Come insorge il Disturbo Ossessivo – Compulsivo e perché non se ne va?

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doc - psicologa brescia

Come insorge il Disturbo Ossessivo – Compulsivo e perché non se ne va?

A cura della psicologa psicoterapeuta Dott.ssa Stefania Ciaccia

Spesso, durante i primi colloqui con il paziente, mi sento chiedere: perché mi è successa questa cosa? Perché soffro di questo disturbo? Una parte della terapia, per una psicologa cognitivo – comportamentale, è anche ricostruire delle ipotesi rispetto all’insorgenza del disturbo per comprenderlo fino in fondo.

Per spiegarvi come arriva e si stabilizza il Disturbo Ossessivo Compulsivo (da ora in poi DOC) utilizzerò un’immagine, a mio avviso, molto utile: pensiamo al DOC come a un ospite indesiderato, di quelli che non abbiamo troppo piacere che rimangano a lungo nella nostra casa.

I motivi che spingono questo ospite a venire a trovare proprio noi sono molteplici e più che il termine cause sarebbe opportuno utilizzare l’espressione fattori di rischio, ossia delle condizioni che facilitano l’arrivo del DOC ma non ne sono determinanti.

I fattori di rischio

La struttura di personalità, ossia il carattere di ciascuno, è sicuramente un elemento che il nostro DOC prende in considerazione quando deve scegliere in che “casa” andare. 

Personalità

La personalità si forma a partire dalle predisposizioni genetiche, dagli apprendimenti e dalle esperienze che ognuno di noi ha collezionato nel corso della sua vita. 

Difficilmente una persona a cui non importa nulla della pulizia svilupperà un DOC di lavaggio, ma questo non significa che se uno tiene molto alla pulizia domestica si ammalerà: è “soltanto” un fattore di rischio.

Abbiamo accennato poco fa alla predisposizione genetica: in effetti, anche se non è ancora chiaro l’esatto coinvolgimento, sembra che i fattori biologici giochino un ruolo in questo complesso disturbo

Esperienze di vita

Inoltre, situazioni di vita difficili, legate al passato, possono portare il soggetto a essere più vulnerabile al DOC, così come eventi particolarmente faticosi, in un dato momento di vita del paziente, possono fungere da fattori di rischio per l’insinuarsi del disturbo. 

Lo stile educativo

Infine, lo stile educativo dei nostri genitori o delle persone che si sono prese cura di noi quando eravamo piccoli può mostrarsi come fattore di rischio per l’insorgere del disturbo; per esempio, uno stile eccessivamente esigente, rigido o ansioso potrebbe risultare svantaggioso per il DOC.

Il disturbo, quindi, sceglie con attenzione in quale casa farsi ospitare sulla base di diversi fattori che risultano favorevoli al suo insediarsi. 

Ma se è così indesiderato perché lasciamo che rimanga dov’è? Perché non lo cacciamo e basta?

I benefici del DOC

Purtroppo il nostro DOC è furbo, e quando arriva porta sempre dei doni.

Quando un paziente attiva una serie di preoccupazioni (ossessioni), il DOC gli suggerisce di mettere in atto dei comportamenti (compulsioni) per risolvere e attenuare le emozioni negative che ne sono scaturite. 

Ed effettivamente funziona. Per un tempo brevissimo… ma funziona!

Il guaio è che le compulsioni non solo non risolvono il nostro problema, ma lo rinforzano, facendo sì che le ossessioni aumentino o diventino ancora più rigide e di conseguenza anche le compulsioni per ridurle, in un crescendo di sofferenza e disagio.

Il ruolo della psicologa

Una delle terapie che sembrano dare risultati migliori è la terapia cognitivo comportamentale affrontata individualmente con la psicologa.

La terapia cognitivo – comportamentale cerca di ricostruire i possibili fattori di rischio del DOC, poiché la consapevolezza aiuta a controllare quei fattori e prevenire una ricaduta.

Il lavoro svolto in studio dalla psicologa verte principalmente sul rendere la persona cosciente della propria situazione, per de-costruire le errate convinzioni riguardo i “benefici” che il DOC porta e permettere al paziente di liberarsi dal disturbo.

Dott.ssa Stefania Ciaccia