Non pensare a un orso polare! Da Dostoevskij agli esperimenti di psicologia

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orso polare - piscologia brescia

Non pensare a un orso polare! Da Dostoevskij agli esperimenti di psicologia

A cura della psicologa psicoterapeuta dott.ssa Francesca Cervati

Quante volte ci siamo sentiti dire: “non ci pensare!”, oppure noi per primi abbiamo tentato di sopprimere o scacciare un pensiero che ci disturbava?

“Prova a eseguire questo compito: non pensare a un orso polare, e vedrai che la maledetta cosa ti verrà in mente ogni minuto”.

Come riporta nel suo racconto del 1863 Note invernali su impressioni estive Fëdor Dostoevskij sfidò suo fratello chiedendogli di provare a non pensare a un orso polare.

Questo aneddoto ispirò nel 1987 Wegner, professore di psicologia di Harvard, padre della ricerca sulla soppressione del pensiero, che incuriosito decise di compiere un semplice esperimento.

L’esperimento psicologico

Wegner reclutò un gruppo di volontari ai quali chiese di pensare per cinque minuti a qualsiasi cosa, tranne che al famoso orso polare di Dostoevskij. 

A ciascun partecipante fu dato il compito di suonare un campanello ogni volta che l’orso polare gli si palesasse in mente: il risultato fu che un sacco campanelli cominciarono a suonare nella stanza, evidenziando che nessuno dei volontari era stato in grado di sopprimere il pensiero dell’orso.

Nella seconda fase dell’esperimento Wegner diede ai partecipanti l’istruzione di provare a pensare a un orso polare per cinque minuti. A quel punto, i volontari pensarono all’orso bianco anche più spesso rispetto a un altro gruppo di controllo a cui era stato dato un compito inverso, ovvero di cercare prima di pensare a un orso polare e poi tentare di non pensarci.

I risultati suggerirono che il tentativo di soppressione del pensiero per i primi cinque minuti, aveva causato un “rimbalzo” nella mente dei partecipanti, spingendoli paradossalmente a pensare all’orso ancora di più.

Questo significa che, più ci sforziamo di sopprimere un pensiero, più questo ritorna con forza. 

I consigli della psicologa: possibili strategie 

Se sopprimere il pensiero non funziona, ma è al contrario controproducente, quali sono le strategie che una psicologa normalmente suggerisce al paziente di mettere in atto per riuscire a diminuire la frequenza con cui si presenta un certo pensiero sgradevole?

Ecco alcune strategie.

Rimandare il pensiero 

Delimitare uno spazio nella quotidianità della durata di mezz’ora dove potersi preoccupare, si è dimostrato efficace ad evitare di rimuginare per il resto della giornata.

Scegliere un distraente efficace e concentrarsi su quello

Orientare la nostra attenzione su attività alternative piacevoli può permetterci di canalizzare con minor frequenza la nostra attenzione sui pensieri sgradevoli.

Ridurre il multitasking

Riempire le giornate di impegni per evitare i pensieri negativi non è di aiuto, anzi, lo stress e il sovraccarico mentale rendono i pensieri non graditi più disponibili.

Esporsi ai pensieri indesiderati e imparare ad accettarli

Permettersi di esporsi al pensiero che si vuole evitare in maniera consapevole e accettare che esso arrivi ed entri nella nostra mente, renderà meno probabile che quel pensiero torni in modo ossessivo.

Meditazione e cosapevolezza

Le tecniche di meditazione Mindfulness rafforzano la capacità di controllare i prodotti della propria mente: il loro utilizzo richiede un esercizio costante, ma già dopo poche settimane si possono sperimentare i benefici.