DISTORSIONI COGNITIVE NEL PERFEZIONISMO

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DISTORSIONI COGNITIVE NEL PERFEZIONISMO

Spesso le persone interpretano l’ambiente che le circonda con le euristiche: procedimenti semplici e rapidi che servono a prendere una decisione o interpretare un avvenimento in poco tempo. Anche se molte volte possono risultare veritiere, è importante ricordarsi che le informazioni potrebbero venire interpretate in modo scorretto o non obiettivo: questi modi errati di pensare vengono definiti come distorsioni cognitive.

Esistono delle distorsioni cognitive particolarmente rilevanti nei casi di perfezionismo:

1. Standard eccessivamente elevati (tutto o niente): tendenza a interpretare qualsiasi cosa come giusta o sbagliata, senza riconoscere la complessità del reale e le gradazioni diverse che possono intercorrere tra “giusto” e “sbagliato”.

Esempio: “in questa casa sono l’unico a sapere davvero come si fanno le pulizie, gli altri modi sono sbagliati”.

2. Astrazione selettiva: tendenza a focalizzarsi sugli aspetti negativi di una situazione, sopravvalutarne l’importanza e respingere qualsiasi informazione positiva.

Esempio: Elisa ha ricevuto una valutazione sul suo lavoro molto positiva, una delle migliori, ma rimane ferita a causa di una nota in cui la si invita a partecipare maggiormente nelle riunioni.

3. Credere di sapere cosa pensano gli altri: spesso accompagnato dall’errata convinzione di essere giudicati negativamente.

Esempio: Quando dopo una settimana il superiore di Marta non le restituisce un riscontro sulle sue relazioni, è sempre più portata a credere che questi le trovi insoddisfacenti.

4. Sopravvalutare la possibilità di eventi negativi: tendenza a fare previsioni allarmanti del tutto ingiustificate.

Esempio: Alessio ha sempre avuto ottimi voti, ma, nonostante questo, prima di ogni esame crede di non riuscire a superarlo.

5. Avere i paraocchi: atteggiamento che tende a considerare in modo eccessivo ogni minimo dettaglio rendendo difficile vedere le cose da una prospettiva più ampia.

Esempio: Prima di ogni acquisto, anche il più banale, Davide passa molto tempo a consultare riviste specializzate, a informarsi presso i negozianti e a chiedere l’opinione dei propri amici.

6. Suscettibilità: essere molto sensibile alle opinioni degli altri ed avere un’eccessiva preoccupazione di ottenere l’approvazione altrui.

Esempio: “Se qualcuno non mi apprezza vuol dire che sono una persona antipatica”.

7. Pensieri catastrofici: tendenza a credere, a torto, di non essere in grado di affrontare le conseguenze di un avvenimento negativo.

Esempio: “Non posso sopportare di commettere un errore di fronte ai miei compagni di classe”.

8. Standard di comportamento troppo rigidi: per il perfezionista rivedere i propri standard è spesso vissuta come una “rinuncia” o come un adeguamento alla mediocrità.

Esempio: Giorgia è abituata a vincere tutte le volte che gioca a pallavolo. Una volta in cui gli è capitato di perdere si è arrabbiata moltissimo e ha avuto grosse difficoltà ad accettare la sconfitta.

9. Iper-responsabilità e necessità di tenere tutto sotto controllo: tendenza a dedicare una quantità di tempo esagerata a ogni minima incombenza, ad accertarsi continuamente della validità di ciò che si sta facendo e a fare di tutto per prevenire il minimo errore o inconveniente.

Esempio: “se controllo più volte il contenuto delle mie email, sarò certo che in esse non c’è niente di offensivo per il destinatario”.

10. Affermazioni prescrittive: auto imposizioni arbitrarie su come dovrebbe funzionare il mondo

Esempio: “Al lavoro non devo mai commettere errori”.

11. Difficoltà a fidarsi degli altri:

Esempio: “se faccio preparare la cena al mio compagno so che mangerò male”.

12. Paragonarsi agli altri in modo sbagliato: tendenza a paragonarsi con persone ritenute nettamente superiori in un determinato ambito

Esempio: Sara paragona le sue doti atletiche a quelle degli sportivi professionistici tanto da sentirsi in competizione per raggiungere i medesimi risultati.

Nel nostro studio di psicologa a Brescia ci occupiamo anche di distorsioni cognitive, cercando di monitorarle per notarle, capirne il ruolo nella nostra vita quotidiana ed eventualmente ridurne il potere qualora arrecassero danno, il tutto attraverso un sostegno psicologico da parte di psicologo e psicoterapeuta.