LA FAME EMOTIVA E IL CIRCOLO VIZIOSO DELLE ABBUFFATE

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fame emotiva

LA FAME EMOTIVA E IL CIRCOLO VIZIOSO DELLE ABBUFFATE

A cura della psicoterapeuta e psicologa a Brescia Dott.ssa Francesca Cervati

Il rapporto con il cibo ha un enorme impatto sulla qualità della nostra vita

Il cibo è il carburante di cui il nostro corpo ha bisogno per mantenersi in vita, eppure, ci sono situazioni in cui il rapporto con esso diventa estremamente complicato.

In alcune situazioni, infatti, il cibo non serve solo a sfamarsi e a dare l’energia per vivere, ma diventa un comportamento appreso che assume la funzione di ridurre il nostro disagio emotivo.

In altre parole, quando percepiamo le emozioni in modo troppo intenso, invece di cercare di regolarle, impariamo a cercare cibo, e spesso, ad abbuffarci.

La parola alla psicologa 

La psicologia comportamentale aiuta a spiegare come il rinforzo influisce sui nostri comportamenti, come su quello dell’abbuffata.

Un rinforzo è tutto ciò che aumenta la possibilità di avere un determinato comportamento.

Come influisce il rinforzo?

Come abbiamo accennato sopra, l’abbuffarsi offre il beneficio a breve termine di attenuare le emozioni dolorose, sebbene nel lungo periodo il disagio può aumentare; spesso, infatti, compaiono intense emozioni di colpa, vergogna e disgusto.

Per un po’ di tempo, però, mangiare in modo sconsiderato sembra “funzionare”. Ed è questo ciò che induce a continuare a rivolgersi al cibo per affrontare le emozioni “difficili”, nonostante le conseguenze negative.

Spesso si crede che siano i sentimenti e le emozioni che proviamo a essere il problema. 

Tuttavia, come più volte ci siamo detti, non sono le emozioni il problema. Le emozioni e i sentimenti che proviamo, per quanto intensi, hanno sempre senso, il problema risiede nella strategia disfunzionale (come mangiare esageratamente) che usiamo per far fronte alle emozioni.

Spesso questo da origine a un circolo vizioso, che comporta non solo una crescente dipendenza dalle abbuffate per gestire temporaneamente il disagio emotivo, ma anche un aumento di sentimenti negativi, isolamento sociale e minori possibilità di ricevere validazione, aiuto e supporto, aumentando così la probabilità di ricorrere nuovamente al cibo in maniera sconsiderata per far fronte al dolore esperito.

Cosa fare?

Un percorso psicoterapeutico in questi casi risulta importantissimo al fine di aumentare le abilità di autoregolazione e acquisire strategie più funzionali per gestire le emozioni dolorose. 

Nel mio studio di psicologa a Brescia, suggerisco spesso di affiancare il percorso psicologico a quello dietistico/nutrizionale, poiché fondamentale per riacquisire un rapporto sano e sereno col cibo e con l’alimentazione.