L’autostima: cos’è e come si costruisce?

Lorem Ipsn gravida nibh vel velit auctor aliquet.Aenean sollicitudin, lorem quis bibendum auci elit consequat ipsutis sem nibh id elit
TWITTER GPLUS FACEBOOK BEHANCE PINTEREST
rose rosse con scritta

L’autostima: cos’è e come si costruisce?

A cura della psicoterapeuta e psicologa a Brescia Stefania Ciaccia

Spesso sentiamo parlare di autostima… ma che cos’è?

L’autostima – lo dice la parola stessa – è l’opinione che una persona ha di se stessa, il valore che si dà.

Ci sono diversi modi per costruire un’immagine di sé positiva, che ci aiuta a volerci bene, elemento fondamentale di una buona salute psicologica.

Uno di questi è il feedback diretto e in costante cambiamento che le persone con cui abbiamo a che fare hanno di noi.

I feedback “interni”

Pensiamo a un bambino: durante l’infanzia sono importanti le opinioni che le persone per lui più significative hanno di lui, a cominciare dai genitori, i fratelli e tutti i parenti che frequenta abitualmente.

Se i genitori amano un bambino, sostengono le sue iniziative e curiosità, ridono per i suoi scherzi, gli indicano quali sono le regole e i limiti da seguire senza punirlo, criticarlo o umiliarlo, stanno lavorando per far sì che il bambino si costruisca un’immagine positiva di se stesso, una sana fiducia nelle proprie capacità e nel proprio grado di amabilità.

I feedback “esterni”

La vita però avviene anche al di fuori delle mura di casa: la scuola, i coetanei, altri adulti significativi saranno delle sfide che il bambino dovrà affrontare.

Anche i successi e gli insuccessi che avrà, saranno eventi che contribuiranno a plasmare progressivamente l’immagine che ha di se stesso nei diversi ambiti di vita.

Con il trascorrere degli anni, la sua immagine di sé tenderà a consolidarsi nei suoi pregi e nelle sue carenze, che risulteranno più chiare ed evidenti.

L’adolescenza

Durante l’adolescenza, però, si riapre la partita: lo sviluppo intellettivo, emotivo e sessuale ci espongono a un’enorme quantità di nuove esperienze che rimettono in gioco il lavoro fin lì consolidato, nel bene e nel male.

Al termine dell’adolescenza, con l’adozione di un ruolo intellettivo, affettivo e lavorativo adulto, l’autostima è nella gran parte dei casi piuttosto consolidata, e a questo punto sono necessari eventi significativi perché l’immagine di se stessi venga messa in discussione in modo sostanziale, come ad esempio un grande successo o insuccesso amoroso o lavorativo, la presenza di malattie o eventi traumatici che modificano in senso negativo la percezione del proprio corpo, una psicoterapia efficace che ci fa stare meglio con noi stessi.

L’età adulta

Nonostante in età adulta l’autostima sia consolidata non dobbiamo considerarla come qualcosa di statico, di fisso nella nostra mente, ma piuttosto come un processo attivo, un modo di relazionarci al mondo esterno, interpretare e dare significato agli eventi che ci capitano.

A seconda, infatti, del valore che mi do, che è il presupposto di partenza, posso considerare un evento spiacevole un’ingiustizia subita e provare compassione nei miei confronti, oppure un qualcosa che mi merito e sentirmi depresso, arrabbiato e frustrato.

Capite quanto possa cambiare l’esperienza soggettiva?

Il lavoro di una psicologa

Nel mio studio di psicologa a Brescia, cerco di aiutare i miei pazienti a ricostruire il processo che li ha portati a un certo tipo d’immagine di se stessi, prevalentemente negativa e che costituisce la premessa di tanta sofferenza. Ricordiamo che “accettiamo l’amore che crediamo di meritare”.