LA TRAPPOLA DELLA SOTTOMISSIONE

Lorem Ipsn gravida nibh vel velit auctor aliquet.Aenean sollicitudin, lorem quis bibendum auci elit consequat ipsutis sem nibh id elit
TWITTER GPLUS FACEBOOK BEHANCE PINTEREST

LA TRAPPOLA DELLA SOTTOMISSIONE

A cura della psicoterapeuta e psicologa a Brescia Dott.ssa Stefania Ciaccia

Nelle relazioni sociali, non solo quelle sentimentali, ma anche amicali, famigliari, lavorative, i temi del controllo, del potere e della sottomissione sono molto discussi. Nella sottomissione, le persone si sentono dominate da chi li circonda, attraverso forme di controllo di diverso genere. Alla base della sottomissione, c’è la convinzione di dover sempre compiacere gli altri, siano essi genitori, fratelli, sorelle, amici, insegnanti, superiori, colleghi, figli, coniugi e persino estranei. Chi soffre per questa condizione, probabilmente, l’unica persona che sente di non dover mai accontentare è se stesso/a.

Soddisfare continuamente le esigenze degli altri è una responsabilità troppo grande ed estenuante; inoltre, la libertà individuale viene limitata poiché le scelte che si prendono sono quasi sempre dettate dagli effetti che hanno sugli altri o magari riflettono proprio i desideri e gli scopi degli altri. È come se al centro dell’attenzione di queste persone non ci sia sé stesso/a, ciò che vogliono, desiderano, credono sia giusto secondo i loro valori ma ciò che vogliono gli altri e che loro possono fare affinché siano felici con loro, con il rischio di perdere completamente di vista chi sono e dove voglio andare.

Attenzione, ciò non significa che ciascuno dovrebbe sempre aderire a ciò che sente e desidera e considerare solo questo aspetto nell’orientare le proprie scelte. D’altra parte, avere in testa quali sono i propri bisogni e scopi è indispensabile per riuscire a stare bene, pur scegliendo, in alcune circostanze, di metterli da parte.

Le persone con la trappola della sottomissione, tuttavia, scegliendo sistematicamente di mettere in ombra questi aspetti, agiscono contro se stessi anche in termini di autostima: è come se sentissero di non avere sufficienti diritti quanto gli altri; gli altri ne avranno sempre di più. Inoltre, non riconoscendo i propri bisogni, spesso rinforzano lo schema della sottomissione valorizzandone gli aspetti relazionali: le persone che si sottomettono all’altro sono persone con cui è facile andare d’accordo, sono ben disposte e ansiose di accontentare gli altri e tendono a evitare conflitti. Spesso vengono considerate concilianti perché riescono ad adattarsi a diversi tipi di persone: tuttavia non sempre questa caratteristica dovrebbe essere considerata un pregio. O meglio, lo è sicuramente, ma occorre prestare attenzione a quanto questa caratteristica è rigida e pervasiva perché, come già detto, potrebbe comportare importanti conseguenze in termini di frustrazione dei bisogni personali.

Quando ci accorgiamo che meccanismi come questo ci procurano dolore è importante fare qualcosa per cambiare sia i nostri modi di pensare che, di conseguenza, i nostri modi di sentire. Quando ciò ci risulta difficile, è fondamentale chiedere un aiuto professionale e un sostegno psicologico. Nel mio studio di psicologa a Brescia, affronto anche queste tematiche, per aiutare le persone a conoscere meglio se stessi e imparare a entrare in contatto con la parte di sé che ha dei bisogni che necessitano di essere soddisfatti.