Consigli da una psicologa: ansia e panico, perché NON dobbiamo evitare le situazioni temute!

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psicologa brescia - ottobre1

Consigli da una psicologa: ansia e panico, perché NON dobbiamo evitare le situazioni temute!

A cura della psicologa psicoterapeuta Dott.ssa Francesca Cervati

Quando una persona ha un attacco di panico in una particolare situazione inizia a temere che, nel momento in cui si esporrà alla medesima circostanza o a una simile, ne avverrà un altro. Si impara quindi presto a riconoscere ed evitare tali possibilità.

Per esempio, se ho avuto il primo attacco di panico in metropolitana, tenderò a pensare che la prossima volta che mi ritroverò in metro avrò di nuovo un attacco e quindi, per prevenirlo, cercherò di evitare di prendere la metropolitana e magari i mezzi pubblici in generale.

L’evitamento

Ogni volta, infatti, che qualcuno affetto da disturbo di panico si avvicina a una delle situazioni temute, sente scattare l’allarme e l’ansia aumentare. Se la evita del tutto – o anche solo in parte – prova un’immediata diminuzione dell’ansia che lo convince che l’evitamento è stato ragionevole.

In realtà, più evitiamo e più la paura della situazione aumenta, anzi, per il fenomeno della generalizzazione si avrà un aumento delle situazioni considerate “pericolose” che dovremo evitare (Se quella situazione ha scatenato il panico, capiterà certamente anche con quell’altra).

Perché non dobbiamo evitare?

Quando evitiamo – e lo facciamo al punto da non esporci più alla situazione temuta – ci mettiamo nella condizione in cui non potremo mai sapere se in quel momento ci sarebbe stato un altro attacco.

Ci troviamo nelle stesse condizioni di chi è stato spaventato da una cane senza guinzaglio e da allora non è più passato nello stesso posto, per cui non può venire a sapere se il cane non c’è più o se è stato legato.

Si crea inoltre un circolo vizioso che porta all’ansia di provare ansia riguardo a certe situazioni.

Tutto questo, oltre a limitare in modo importante la nostra vita, non ci dà modo di confutare i pensieri catastrofici e irrazionali che mantengono il disturbo.

Che cosa succede se ci esponiamo alla situazione temuta e ci restiamo?

Quando una persona prova a esporsi alla situazione temuta, rimanendoci ad esempio per circa un’ora, scopre che la paura man mano si attenua e infine scompare, le previsioni catastrofiche non si verificano e che la volta successiva l’ansia sarà minore.

In un percorso di psicoterapia, per rompere l’associazione tra attacchi di panico e situazioni temute, è normale che una psicologa proponga l’esposizione graduale.

L’esposizione graduale consiste nell’imparare a padroneggiare e gestire le situazioni meno gravi – quelle in cui l’ansia è relativamente lieve – per poi passare ad affrontare quelle che suscitano un’ansia maggiore avendo già acquisito utili strategie.L’obiettivo del lavoro svolto in studio con una psicologa non è quello di non provare più nessuna ansia nell’affrontare le situazioni spiacevoli o temute. Provare un certo grado di ansia, infatti, può essere una reazione normale e ragionevole: esiste anche una parte di ansia sana e buona, che è diversa dal panico.