I TIPI DI ATTACCAMENTO

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I TIPI DI ATTACCAMENTO

A cura della psicoterapeuta e psicologa a Brescia Dott.ssa Stefania Ciaccia

Il tipo di relazione che instauriamo con i nostri genitori nei primi tre anni di vita determina la creazione di rappresentazioni mentali che abbiamo riguardo a noi stessi (“sono degno di amore?”), l’altro (“X è una persona disponibile?”) e l’aspettativa del comportamento degli altri nei nostri confronti (“Se non mi ha salutato è sicuramente arrabbiato con me”).

Quando nasciamo non sappiamo nulla del mondo ma abbiamo bisogno, per vivere, di informazioni – come quelle citate prima – che assorbiamo dalla relazione con le figure di riferimento (generalmente i genitori). Successivamente, e nel corso di tutta la nostra vita, tali informazioni diventano veri e propri modi di pensare e li utilizziamo automaticamente come chiavi di lettura nelle relazioni in cui siamo coinvolti anche da adulti, influenzandole quindi profondamente.

Possiamo descrivere quattro stili di attaccamento, che corrispondono a quattro differenti modalità relazionali che il bambino apprende nei suoi primi anni di vita e che si basano su modo con cui il genitore tende a rispondere ai suoi bisogni.

ATTACCAMENTO SICURO

L’attaccamento sicuro corrisponde a una relazione in cui il bambino ha sperimentato una madre amorevole, che risponde alle richieste di conforto, che accoglie il suo bambino quando ha paura, determina la costruzione di un modello interno nella mente del figlio come di persona degna di amore. In questo modo, una volta adulto, sarà capace di notare con quanto interesse gli altri si rivolgono a lui e ricorderà tutte le volte in cui le persone sono state affettuose, sarà inoltre in grado di distinguere se gli interlocutori sono davvero ostili e quindi evitare di legarsi a loro, oppure se hanno sbagliato e perdonarli.

ATTACCAMENTO INSICURO ANSIOSO AMBIVALENTE

L’attaccamento insicuro si caratterizza per l’esperienza di una figura genitoriale non sempre presente per rispondere positivamente ai bisogni del bambino, imprevedibile nei suoi comportamenti o intrusiva e controllante. Questo tipo di legame può determinare, per il bambino, la costruzione di un’immagine interna di se stesso come una persona fragile, a rischio e/o non amabile. Da adulto, chi ha vissuto questo tipo di legame tenderà quindi, a non fidarsi degli altri, gli risulterà difficile comprenderli o precocemente (e spesso in modo insensato) valuterà l’altro come inaffidabile.

ATTACCAMENTO INSICURO ANSIOSO EVITANTE

L’attaccamento evitante è un tipo di legame che vede una figura di riferimento poco sensibile e che usa una modalità basata sul rifiuto alle richieste di aiuto e di conforto del figlio. Questo tipo di esperienza fa sì che il bambino impari a rispondere ai suoi bisogni in modo autonomo, e spesso, nega i suoi bisogni e i suoi dolori allo scopo di essere accettato dall’altro (da bambino dalla figura di riferimento, da adulto dall’altro generico). Gli altri, infatti, vengono tendenzialmente percepiti come ostili, pronti a rifiutare qualsiasi richiesta, non responsivi.

ATTACCAMENTO DISORGANIZZATO

Nell’attaccamento disorganizzato la figura genitoriale di riferimento si trova in uno stato emotivo alterato da problematiche non risolte: spesso è una persona spaventata, con una sintomatologia acuta e non in grado di assolvere alle funzioni genitoriali. Il bambino fatica, quindi, a comprendere ciò che prova l’adulto e a dare significati a se stesso e al mondo che lo circonda e ciò lo porterà anche in età adulta ad avere difficoltà nell’instaurare legami e costruire un’immagine coerente e stabile di sé.

Nella pratica clinica, nel mio studio di psicologa a Brescia, esploro insieme ai miei pazienti il loro stile di attaccamento per comprendere dove certe credenze su di se, sugli altri e sul mondo sono nate e come si sono cristallizzate nel funzionamento della persona che ho di fronte, attraverso un percorso di sostegno psicologico.